giovedì 28 maggio 2009

TRA STORIA E STORIA
REALTA’ E FINZIONE IN MANZONI
I promessi Sposi,essendo un romanzo storico è una perfetta mescolanza tra storia e invenzione, infatti le vicende sono ambientate dentro una ben precisa cornice storica, ad esempio negli anni della peste;nell’autunno 1628-1630 e alcuni anni seguenti in cui in Italia ,in particolare nel Ducato di Milano,c’era la dominazione spagnola;ed hanno un altrettanto ben precisa collocazione geografica.
La forza nel romanzo sta proprio nella capacità di mescolare questi dati certi e appurabili su una qualsivoglia manuale o atlante con altri di pura fantasia; un’operazione effettuata da Manzoni seguendo il modello del romanzo storico europeo dell’inglese Walter Scott.Unica ma sostanziale differenza è quella di aver scelto una vicenda legata non tanto al Medioevo,come Scott, ma alla storia più recente e più vicina, nel mondo contemporaneo dello stesso Manzoni, per esempio la dominazione in Lombardia, nel pieno Ottocento, non è più spagnola ma austriaca,ma pur sempre di dominazione straniera si tratta.
Questa mescolanza avviene anche a livello dei personaggi;anzi, gli indiscussi protagonisti della storia,Renzo Tramaglino e Lucia Mondella,totalmente inventati, si trovano ad interagire con alcuni personaggi storici realmente esistiti,quindi ben documentabili; ad esempio:
1. Padre Cristoforo
2. La Monaca di Monza
3. L’Innominato
4. Il cardinale Federigo Borromeo
La scelta del Seicento, secolo oscuro e barbaro, permette quindi all’autore di soffermarsi su alcune questioni considerate di fondamentale importanza, prima fra tutte quella legata al tema della giustizia; e se una giustizia esiste secondo il Manzoni è soltanto quella divina, che sa sempre punire quanti sbagliano e aiutare i puri di cuore: è vero che il disegno divino (la Provvidenza) spesso appare misterioso, ma chi sa affidarsi a esso con fiducia avrà la giusta ricompensa. Ed è questo il grande “messaggio morale” dei Promessi Sposi. In seguito l’autore sofferma l’attenzione anche su altri aspetti, ad esempio il rapporto tra oppressi e oppressori: essendo, infatti, il romanzo anche una storia di violenza e ingiustizia, è ovvio che risulti fondamentale il rapporto fra i deboli e i potenti; infatti, i due protagonisti, Renzo e Lucia, che trovano difficoltà a contrastare le mire dei più forti, primo fra tutti Don Rodrigo.
Ma la questione non è così semplice come potrebbe sembrare all’apparenza: secondo Manzoni,tutti, da oppressi possono trasformarsi in oppressori o viceversa, visto che l’esistenza umana si basa su delicati rapporti di forza e di ingiustizia. Così, il nostro parroco, Don Abbondio, è si oppresso dai due bravi, ma ben presto diventerà un oppressore,quando con il suo “LATINORUM” cercherà di imbrogliare Renzo a convincerlo della necessità di rinviare il matrimonio.

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