sabato 30 maggio 2009

L' addio ai monti

Introduzione del romanzo e il (finto) manoscritto secentesco


Il celebre romanzo di Alessandro Manzoni si apre con un'introduzione in cui il narratore spiega l'origine della storia che si accinge a raccontare.Egli sostiene di aver ritrovato un'anonimo manoscritto del seicento che racconta una vicenda ricca di fatti tragici e orribili, ma anche di azioni virtuose. Una vicenda accaduta a persone di modesta condizione sociale. La storia è scritta in italiano seicentesco, cioè in una forma antiquata e non sempre corretta. La trama, tuttavia, gli sembra molto bella, tanto da decidere di trascriverla in un italiano più comprensibile, in modo da farla conoscere ad un pubblico più ampio. In realtà I Promessi Sposi sono frutto di fantasia di Manzoni e il ritrovamento di un antico manoscritto è soltanto un'invenzione dell'autore milanese.L'espediente letterario serviva al Manzoni per mantenere le distanze dalla storia che si accingeva a raccontare, quindi fare in modo che le critiche velate o manifeste alla dominazione spagnola fossero attribuite ad altri, così nessuno in epoca di dominazione straniera (quella austriaca contemporanea allo scrittore) potesse tacciarlo di nazionalismo. La seconda funzione del finto manoscritto è tutta stilistica: quella distanza contribuiva ad aumentare la verosimiglianza storica della vicenda di Renzo e Lucia.Manzoni non si limita a riferire al lettore dove, come e quando ha fatto il sensazionale ritrovamento, ma trascrive il frammento iniziale del fantomatico documento. Ovviamente, è tutto frutto della sua abilità di narratore. Manzoni è attento a ricreare il linguaggio seicentesco, ampolloso, pieno di latinismi e con quell'uso barocco delle lettere maiuscole per indicare concetti astratti come la storia (l'Historia).

giovedì 28 maggio 2009


IL ROMANTICISMO
La parola "romantic" comparve verso la metà del 600 in Inghilterra, per indicare una narrazione fantastica. Il termine all'inizio dell' ottocento venne assunto in Germania per definire la nuova corrente letteraria, che si proponeva di rivalutare la forza della fantasia e del sentimento. la nascita in Italia di un movimento letterario romantico, con un programma esplicito di rinnovamento, ha una data ben precisa: il 1816. Nel gennaio di quell'anno Madam de Stail pubblicò sulla rivista Biblioteca italiana un articolo, nel quale invitava gli italiani a conoscere e a tradurre le letterature straniere come mezzo per rinnovare la propria. La richiesta di una letteratura "moderna" nel contenuto e nella forma deriva da una concezione strumentale della letteratura, come mezzo di rinnovamento morale e politico della società italiana. Quando si dice che il romanticismo si oppone all'illuminismo, non si deve pensare a due correnti separate e lontane tra loro, ma alla continuazione e allo sviluppo dell'uno nell'altra, poichè il Romanticismo nella sua forma più completa accettò e fece suo il principio illuministico della libera creatività individuale nella vita morale, sociale e culturale, ma invece di esaltare la ragione come facoltà primaria dell'uomo, esaltò il sentimento. Nel campo politico, mentre nel settecento si tendeva ad abbattere i confini degli stati e a far si che ogni uomo si sentisse cittadino del mondo, nell'ottocento si esaltarono la nazione, come patria unita e unica con un proprio patrimonio spirituale, di lingua comune, di storia,di religione e di ideali ed il popolo, che raccoglieva in se come bene comune la cultura, le tradizioni e le credenze. In particolare fu rivalutato il medioevo come momento storico importante in cui si erano formati i comuni e gli stati nazionali, culla dell'Europa moderna. Il romanticismo esaltò pure il concetto di libertà (di pensiero, di parola, di stampa, di azione); il concetto di indipendenza (ogni popolo ha il diritto di autogovernarsi senza essere assoggettato a potenze straniere); il concetto di sovranità popolare (il potere di governare spetta al popolo e non ad un unico sovrano). Gli scrittori diventano la coscienza del proprio popolo, la sua guida spirituale, interpretandone le aspirazioni, i bisogni, i sentimenti più profondi e furono pronti a combattere in prima persona nelle lotte di liberazione nazionali e sociali.
Le forme più importanti della produzione letteraria del Romanticismo sono due:
1) la lirica;
2) il romanzo storico;
La prima, soggettiva, concepisce la poesia come una delle più alte espressioni dello spirito, frutto della fantasia e del sentimento. Manifestazione spontanea degli ideali dell'artista. In Italia i principali esponenti sono: Ugo Foscolo e Giacomo Leopardi.
L'altra, oggettiva, concepisce la letteratura come rappresentazione di una precisa realtà storico-sociale in cui sono calati personaggi immaginari. L'esponente italiano più significativo è Alessandro Manzoni con il suo romanzo storico "I Promessi Sposi".
TRA STORIA E STORIA
REALTA’ E FINZIONE IN MANZONI
I promessi Sposi,essendo un romanzo storico è una perfetta mescolanza tra storia e invenzione, infatti le vicende sono ambientate dentro una ben precisa cornice storica, ad esempio negli anni della peste;nell’autunno 1628-1630 e alcuni anni seguenti in cui in Italia ,in particolare nel Ducato di Milano,c’era la dominazione spagnola;ed hanno un altrettanto ben precisa collocazione geografica.
La forza nel romanzo sta proprio nella capacità di mescolare questi dati certi e appurabili su una qualsivoglia manuale o atlante con altri di pura fantasia; un’operazione effettuata da Manzoni seguendo il modello del romanzo storico europeo dell’inglese Walter Scott.Unica ma sostanziale differenza è quella di aver scelto una vicenda legata non tanto al Medioevo,come Scott, ma alla storia più recente e più vicina, nel mondo contemporaneo dello stesso Manzoni, per esempio la dominazione in Lombardia, nel pieno Ottocento, non è più spagnola ma austriaca,ma pur sempre di dominazione straniera si tratta.
Questa mescolanza avviene anche a livello dei personaggi;anzi, gli indiscussi protagonisti della storia,Renzo Tramaglino e Lucia Mondella,totalmente inventati, si trovano ad interagire con alcuni personaggi storici realmente esistiti,quindi ben documentabili; ad esempio:
1. Padre Cristoforo
2. La Monaca di Monza
3. L’Innominato
4. Il cardinale Federigo Borromeo
La scelta del Seicento, secolo oscuro e barbaro, permette quindi all’autore di soffermarsi su alcune questioni considerate di fondamentale importanza, prima fra tutte quella legata al tema della giustizia; e se una giustizia esiste secondo il Manzoni è soltanto quella divina, che sa sempre punire quanti sbagliano e aiutare i puri di cuore: è vero che il disegno divino (la Provvidenza) spesso appare misterioso, ma chi sa affidarsi a esso con fiducia avrà la giusta ricompensa. Ed è questo il grande “messaggio morale” dei Promessi Sposi. In seguito l’autore sofferma l’attenzione anche su altri aspetti, ad esempio il rapporto tra oppressi e oppressori: essendo, infatti, il romanzo anche una storia di violenza e ingiustizia, è ovvio che risulti fondamentale il rapporto fra i deboli e i potenti; infatti, i due protagonisti, Renzo e Lucia, che trovano difficoltà a contrastare le mire dei più forti, primo fra tutti Don Rodrigo.
Ma la questione non è così semplice come potrebbe sembrare all’apparenza: secondo Manzoni,tutti, da oppressi possono trasformarsi in oppressori o viceversa, visto che l’esistenza umana si basa su delicati rapporti di forza e di ingiustizia. Così, il nostro parroco, Don Abbondio, è si oppresso dai due bravi, ma ben presto diventerà un oppressore,quando con il suo “LATINORUM” cercherà di imbrogliare Renzo a convincerlo della necessità di rinviare il matrimonio.